Infermiere professionale, Marcello, 45 anni, vive a Campagnano dal 2008. A cambiargli la vita è stato un incidente in moto, nel ’90, quando aveva 23 anni e lavorava già in ospedale. Perde un braccio, aumenta di peso, comincia a soffrire di ipertensione e di fenomeni depressivi.
Continua a lavorare in pronto soccorso ma la salute peggiora. “Allora ho richiesto l’inabilità lavorativa. Me l’hanno data e sono andato in pensione a gennaio del 2014. Non era un granché, ma da solo sopravvivevo”.
Tre anni fa Marcello conosce una compagna con cui comincia a convivere. Lei ha già un figlio e insieme ne hanno altri due. “Sono passato da uno a cinque e la pensione non basta più. Anche perché devo pagare un mutuo di 400 euro al mese per una casa che avevo comprato nel 2008, quando i prezzi erano altissimi”.
“Gliel’ho detto alla banca: prendetevi la casa ve la vendo. Ma sono dei ladri”.
Per questo viene in Caritas. “Qui almeno qualcosa mi danno, anche se in altre Caritas, a Roma, danno di più. Ma lo so che dipende dai luoghi e dalle disponibilità. A livello umano però ho trovato persone di qualità”.
Come tanti, Marcello è arrabbiato con il mondo, con la società, lo Stato, il Comune, le banche, la politica, la scuola.
“Non ti aiuta nessuno. Comune, scuola, nessuno. Tutte chiacchere. Però tutti chiedono soldi. Costa il medico, costano le cure, le medicine e costa la mensa scolastica per i figli. E nessuno che ti dia una mano”.