Alfredo, classe 1962, invece non ce l’ha fatta. A 57 anni si è impiccato. Perché? Nessuno lo saprà mai.
Le ragioni che spingono al suicido sono per loro natura insondabili e inspiegabili. Si annidano nei luoghi più reconditi della mente, dove nessuno arriva.
Però il rammarico resta. E se avessimo fatto qualcosa di più? Se avessimo detto una parola diversa? Chissà.
Alfredo era nato a Roma ma viveva a Campagnano da anni. Da solo, in affitto in una casa in campagna.
Era arrivato in Caritas a giugno 2019, veniva due volte a settimana. Magro, piccolo di statura era sempre scontento, arrabbiato. Si fermava ore a chiacchierare, a lamentarsi, ma difficilmente parlava di sé o della sua vita. Però si capiva che era reduce da una convivenza finita male.
Qualcosa a un certo punto deve averlo convinto a dire basta. Un fatto, un pensiero, un’ossessione.
Magari, l’idea di togliersi la vita, ce l’aveva da tempo.
Non lo sapremo mai. Sappiamo solo che, a dicembre 2019, ha legato una corda a una trave sul soffitto, se l’è stretta intorno al collo e si è lasciato cadere.
Che l’abbraccio di Dio gli doni la pace che qui non ha trovato.