Alta, fisico prestante e bei lineamenti: Genny non passa inosservata. Nata in Nigeria, ha 43 anni, ed è arrivata in Italia nel 1999.
“Quando ero piccola sognavo sempre di venire in Europa, per vivere bene, lavorare, costruirmi un futuro”.
“Sono venuta dopo che mio padre è morto, così potevo aiutare mia madre che è rimasta giù, mandandogli i soldi. Tutti quelli che vengono qui, scappano, perché vogliono stare meglio. Altrimenti perché verrebbero? Resterebbero a casa loro”.
Da quando è in Italia, Genny ha sempre lavorato, facendo un po’ di tutto: badante, commessa al supermercato, pulizie, parrucchiera. Con la pandemia, però, la situazione è cambiata. “Non sono più riuscita a trovare un impiego che mi permettesse di sostenere tutte le spese, l’affitto, le bollette, il cibo, le cose necessarie per i figli”.
“Ora lavoro sulla Tiburtina per una cooperativa, ma sono poche ore. Faccio la badante e fra andata e ritorno ci metto sei ore. Spero di trovare qualcosa più vicino magari direttamente alle dipendenze di una famiglia”.
Trovandosi in difficoltà, dall’anno scorso Genny viene alla Caritas.
“Però solo se ho bisogno. Se posso fare un’ora da una parte o dall’altra non vengo. Non tolgo ad altri che magari stanno peggio di me”.
Genny ha 4 figli, tre (di cui due gemelli) vivono con lei mentre il più grande, che ha 18 anni, sta con il padre in Nigeria.
“Mio marito è tornato in Nigeria perché qui non trovava lavoro. E poi lì ha i suoi genitori. C’è anche mia madre. Se qui non riesco più a lavorare, magari torno anch’io. Così la aiuto. Sono venuta qui per star bene, se non trovo lavoro me ne vado. Ma per ora non voglio mollare. I problemi ci sono ma si risolvono”.
Come ad esempio quello dell’acquisto dei libri di scuola. I tre figli che vivono con Genny vanno alle superiori e i libri costano.
“Venti euro oggi, venti domani. Piano piano glieli compro i libri. Io so che ce la faccio”.
A volte anche i figli insistono che vogliono tornare in Nigeria. “Mi dicono: qui si paga tutto, per fare sport devi andare in palestra, o nelle associazioni, e costa un sacco di soldi mentre in Africa scendi nel cortile e giochi quanto vuoi”.
“Però io gli rispondo che prima devono prendere un diploma qui, poi faranno quello che vogliono. Perché se studi qui, poi puoi andare dappertutto a lavorare”.
Genny è convinta che tutto ciò che accade abbia un perché, che risponda a un disegno e a una volontà superiore.
“Se Dio non vuole che muoio, io non posso morire. Se Dio dice: tu vivi, allora è così. Ognuno è creato da Dio. E’ Dio che decide quello che succede”.
Una fede che le dà ottimismo. “I problemi ci sono ma poi finiscono. Magari oggi sto soffrendo, ma domani sarà diverso. Le cose non vanno sempre avanti uguali. Il cambiamento è continuo. E anche la mia storia cambia. Sono venuta qua per trovare una vita buona. Ho fiducia che la troverò”.
“Lo so che ci sono ragazze, donne che vanno con uomini. Io non voglio questa vita. Voglio una vita buona, altrimenti è meglio tornare a casa. Oggi ho difficoltà ma i problemi hanno una scadenza: non durano per sempre”.
Genny ha un carattere forte. “Non serve piangere. Io non piango mai. Piuttosto parlo con Dio. Gli dico: tu sei potente, sei grande, ricordati che ci sono”.
E’ arrivata alla Caritas l’anno scorso. “Non sapevo proprio come fare, con la spesa, con l’affitto e allora mi sono rivolta al Comune. E Il Comune mi ha mandato in Caritas. Non è stato un caso. E’ Dio che mi ha mandato qua. C’è sempre un motivo”.
“Nella Bibbia Dio dice di chiedere. Se uno non ce la fa più, va in un posto e chiede. E prima di essere arrivato a 10 persone, lo incontra qualcuno che lo aiuta. Io ho fatto così e alla Caritas ho trovato una famiglia, persone con cui parlare, che capiscono. Mi aiutano molto”.
“Prima di chiedere devi capire cosa puoi fare da solo. Non bisogna aspettare che qualcun altro faccia qualcosa per te. Altrimenti Dio non ti ascolta”.
“Bisogna avere fiducia. E’ questo che insegno ai miei figli a non buttarsi giù perché è una cosa che a Dio non piace”.
“A Dio non piace chi si lamenta senza far nulla, chi non è contento di quello che gli ha dato”.
“Dio vuole che viviamo bene e con gioia”.